domenica 31 marzo 2013

Villa di Cassano - Sasso della Mantesca 24k

L'uscita è pianificata da tempo, l'obiettivo è quello di percorrere larghi tratti di crinale per effettuare una uscita piuttosto tranquilla e utile per far girare le gambe.

Quello che non potevamo pianificare era il meteo. Ed è stato il protagonista principale.

Sabato mattina. Io e Sky, Armati di zaino e antipioggia ci muoviamo in macchina fino a Villa di Cassano, piccola frazione in prossimità della strada di crinale che da Ozzano dell'Emilia porta fino alla Raticosa.
Percorreremo un tratto di 10k, per raggiungere il Sasso della Mantesca e torneremo al punto di partenza.


Lasciamo la macchina e subito il sentiero inizia a salire, dobbiamo raggiungere il crinale. La giornata è veramente invernale, anche se siamo al 30 di Marzo. Nebbia piuttosto fitta e un gran fango per terra, che ci costringe a salire per buona parte camminando.
Arrivati sul crinale la situazione non cambia molto, il primo tratto è estremamente fangoso, successivamente si arriva in quella che d'estate diventa una strada bianca, ma che ci si presenta come una sorta di zona palustre.

Non passa molto ed inizia anche a piovere, dapprima in maniera leggera, successivamente in maniera insistente e abbondante.
La pioggia, unita al progressivo aumento di quota (arriveremo circa ad 850 metri) e al vento continuo e tagliente, mi fa venire in mente il recente fatto accaduto alla Maremontana.

Cerchiamo di non sottovalutare l'importanza dell'alimentazione, ci copriamo con gli antivento/antipioggia e proseguiamo.

Raggiungiamo una proprietà chiamata Ca' dei Gatti... dopo una discesa piuttosto lunga, un dubbio ci pervade... ma dove sono finiti i segni del sentiero? La traccia del GPS inoltre un chilometro fa ha preso una strana svolta a 90°, mentre il crinale, secondo le nostre cognizioni geografiche, doveva procedere in maniera rettilinea.
Torniamo indietro e recuperiamo il sentiero corretto, pioggia e nebbia ci avevano fatto perdere le indicazioni giuste.

Non ci facciamo abbattere e raggiungiamo il Sasso della Mantesca, una formazione rocciosa piuttosto piccola, ma ricca di fascino, che si erge sul crinale. Arriviamo in cima e ci mettiamo rapidamente in marcia per il ritorno. Fa freddo.

Proprio il freddo sarà il protagonista principale del mio ritorno. Davanti Sky tiene un buon ritmo e fatico abbastanza a stargli dietro. Le gambe non sono per nulla fresche. Devo migliorare il mio assetto mentale, faccio troppa fatica, penso troppo al freddo e mi sta venendo ancora più freddo.
Decido di mettere i guanti, non è semplice con le mani semicongelate, ogni movimento particolare è un dolore simile a quello di un ago, ma riesco a completare l'operazione e questo fa scoccare la scintilla definitiva.

Recupero un pò di energie, mangio e bevo anche se non ho nè fame nè sete, con questi piccoli accorgimenti riesco a togliere un pò di piombo dalle gambe ed arrivare con il buon Sky al tanto agognato automezzo che ci riporterà a casa.

Un'uscita che sulla carta non doveva riservare nessuna sorpresa, che ci ha messi in realtà a dura prova.

La risposta dei nostri due eroi è stata comunque maiuscola!

Il tracciato sarà da rivalutare con condizioni meteo migliori, la nebbia limitava a 30 metri circa la visibilità, impedendo allo sguardo di godere delle bellezze del panorama. Ma il tempo non ci manca e le gambe neppure!

Avanti tutta!





giovedì 28 marzo 2013

Lo sguardo

Il sole sta tramontando. La sterrata disegnata sul crinale mi impegna con uno degli ultimi strappi intensi. Il fiato si accorcia, nelle orecchie la musica si fonde con il respiro.
Alzo lo sguardo, che mette a stento a fuoco una figura. Sembra un arbusto, dopo qualche passo mi perdo nei suoi occhi.
Come in una cartolina, il cerbiatto mi sta guardando, e il suo sguardo va a scandagliare chissà quale relitto ancestrale della mia psiche.
Attimi che paiono minuti.
Mi sento il nulla al cospetto di quella che mi sembra essere una divinità scesa in terra.
La sua superiorità è innegabile, la sua perfezione manifesta.
Dietro di lui le colline al tramonto sono solo una splendida cornice dorata.
Cammino, con l idea di non spaventarlo. Con la speranza di potermi avvicinare di più, di ammirare ancor meglio la sua bellezza.
Subito gira la testa di scatto e se ne va, volando sull' erba bagnata.
Cerco di capire il perché di questo incontro, credo che ognuno troverà la propria risposta.
La mia è stata riprendere a correre.

martedì 19 marzo 2013

Di nuovo primavera!

Forse durerà poche ore, ma potrò dire di averla vissuta intensamente.

Questa prima serata primaverile, con 16 gradi e sole che illuminava la valle dell'Idice, era un vero invito a nozze per un trail runner scriteriato come il sottoscritto.
Dopo la Ultrabericus di sabato scorso, il riposo domenicale ed un uscita con le gambe di ghisa effettuata ieri sera (più stretching che corsa), ecco che stasera ho rimesso le scarpe seriamente.
Sentivo le gambe abbastanza in palla, doloranti ma toniche, e ho deciso di ripercorrere il giro da 11 km che passa oltre l'Idice e va sul crinale di Gaibola.
Sensazioni positive, specie in salita. Tanto fango e tanta acqua in tutti i fiumi e nei piccoli corsi d'acqua del bosco, mai vista una cosa simile.
Sorpassata la prima salita ecco che vedo due cerbiatti che saltano nel prato, 50 metri avanti a me, sulla mia destra. Capisco che vogliono attraversarmi il sentiero e, preso da follia podistica, inizio ad incrementare il ritmo, arrivando quasi all'altezza del secondo animale, me lo vedo balzare davanti con una leggiadria da cineteca, per poi perdersi nel sottobosco.
Riprendo, estasiato da questo incontro, arrivo sul crinale, godendo della spinta delle gambe che, anche se affaticate, lavorano molto bene sul terreno del parco dei gessi.
Imbocco la discesa dei pavoni, che trae il nome dai numerosi pavoni presenti in un giardino costeggiato dalla strada, e mi accorgo che i pavoni sono in mezzo alla stradina stessa :)
Rallento con rispetto fino a sorpassarli, prima di imbattermi in un coniglio/lepre, che impaurito scappa da me, andando però nella mia stessa direzione, il simpatico inseguimento dura circa 400 metri. Poi lui si ferma e io lo sorpasso ridendomela.
Ultimo strappetto di salita e mi vedo un gruppo di 5 cerbiatti più avanti sulla destra, cerco di fermarmi per non fare rumore ed avvicinarmi per vederli meglio, ma mi notano subito e se ne vanno correndo in mezzo al prato verde, mentre il sole tramonta alle loro spalle.
L'ultima discesa è resa iper tecnica dall'acqua, faccio metri e metri con i piedi che cercano di fare attrito su una superficie che sembra ghiaccio, sembra di scendere su un ghiaione dolomitico.
Termino la discesa e mi chiedo come ho fatto a stare in piedi ... mi godo questo stato di grazia e vado verso casa dando fondo, con giudizio, alle energie.
Avanti tuttaaaa, un'uscita spettacolare!


lunedì 18 marzo 2013

Ultrabericus 2013 - 68k 2640 D+ - Riepilogo

Piazza dei signori, Vicenza, manca ancora un'ora allo start.
Con Mariagrazia accanto, mi godo quegli sporadici raggi di sole che, bucando le nuvole, riescono a scaldarmi nel corso di questa attesa che mi fa entrare in clima gara.
Un angolo di tranquillità dopo un evento triste che poteva peggiorare alcune situazioni ma, alla luce dei fatti, ciò non è avvenuto, per fortuna. 
La scelta finale è stata quella di raggiungere comunque Vicenza, per prendere parte alla competizione, decisione per la quale devo ringraziare la mia famiglia.

Torniamo in piazza, dove mi dirigo verso l'arco di registrazione dei pettorali, entro presto nel "cancello", voglio partire abbastanza davanti, per non rimaner intrappolato negli 890 iscritti.
I minuti volano veloci e .. si parte, dietro i vigili che ci scortano fuori dal centro città ad una andatura già piuttosto sostenuta, prima di lasciarci partire senza freni su di un lungo rettilineo.
Mi sembra di andare forte, ma mi stanno sorpassando da tutte le parti, anche se sto viaggiando ai 4.45 a km.
La strada è ancora lunga, penso, e cerco di non forzare più di tanto, anche se la spinta adrenalinica del gruppo mi porta ben oltre i limiti imposti dal buonsenso :)

Il bosco non è eccessivamente fangoso, il terreno ha drenato bene, dove invece le scarpe perdono grip veniamo facilitati dalle corde predisposte dall'organizzazione (da 10 e lode).
L'ambiente in cui si corre mi fa sentire a casa, la vegetazione e i sentieri si avvicinano molto a quelli dei colli bolognesi.
Cerco di non strafare e di visualizzare tutto quello che mi aspetta, per dosare correttamente le energie.
Fino al trentesimo le sensazioni sono molto buone, poi si inizia ad affacciare la fatica, le salite sembrano sempre più marcate, seppur affrontate di passo, ed anche in pianura si fatica a correre.
Arrivati all'Eremo di San Donato, inizia la seconda metà del percorso.
Da li fino alla fine sarà tutto un saliscendi, più o meno marcato, con dei lunghi tratti in piano e una salita finale (che i volontari chiamano strapettino), con successiva planata su Vicenza per tornare in Piazza dei Signori.
Gli ultimi venti chilometri (che si riveleranno 23) sono stati un ottimo esercizio mentale, un vero e proprio conto alla rovescia fatto di 100 metri in 100 metri.

La gara, pur non riservando particolari aspetti scenografici, non è mai monotona e tiene sempre alta l'attenzione,nell'osservare i diversi paesaggi che si susseguono.
Il balisaggio è fenomenale, non mi sono perso nemmeno io, e ad avere abbastanza gamba, il percorso è completamente corribile.
Personalmente mi ritengo soddisfatto della prestazione, di poco sopra le 8 ore, anche se alla fine mi trascinavo in salita come una lumaca.

C'è ancora da allenarsi, soprattutto in vista dei due eventi principali della stagione, la Abbots e la CCC.
Ma ancora ci sono delle settimane a disposizione.. quindi... avanti tutta!!!



martedì 12 marzo 2013

Pioggia, vento e fiumi in piena..

Stasera un'uscita leggera, per metabolizzare il massaggio del mitico Martino e "provare" le gambe in vista della Ultrabericus di sabato.
Sensazioni ottime, gambe che giravano bene ed ottime andature senza particolare sforzo, Mi fanno ben sperare per la gara, anche se l'importante sarà arrivare e godersi la corsa.
In un ora di corsa ho infilato due guadi sul fiume Idice da brivido (in tutti i sensi), con acqua che arrivava fino a metà polpaccio, e un incontro con un gruppo di cerbiatti che erano a pochi metri da me.
Peccato che il sole stava già tramontando e non ho visto bene gli animali.
Una uscita fantastica, nonostante la pioggia che è caduta senza sosta dall'inizio alla fine, emozionante come sempre.
Viva il trail e avanti tutta!

domenica 10 marzo 2013

Via degli Dei - Perlustrazione Prima parte

Da qualche anno mi naviga in testa l'idea di percorrere la Via degli Dei a piedi, da Bologna a Firenze.

Il tracciato deve il suo nome alle numerose località toccate dal sentiero, che ereditano il nome dalle antiche divinità.

La prima tappa che, con Piero, abbiamo voluto perlustrare, è quella che dal centro della città di Bologna (Statua del Nettuno in Piazza Maggiore), porta fino al paese di Brento.




Arriviamo in centro con l'autobus e, appoggiati alla fontana del Nettuno, iniziamo il nostro viaggio che, attraverso le vie del centro serenamente deserte, ci guida verso via Saragozza e i portici di San Luca, che conducono all'omonimo santuario.

Non forziamo il ritmo e, arrivati in cima, troviamo una simpatica turista che ci fa addirittura 4 foto.



Ripartiamo imboccando il sentiero dei bregoli che, con i suoi alberi caduti, ci accompagna fino al Parco Talon e il suo fango, che ci procura qualche problema di troppo e ci fa sdraiare allegramente nel fango a causa della scarsa aderenza.

Ci dirigiamo quindi verso Sasso Marconi e l'inizio del single track, che ci condurrà all'ascesa tanto temuta al Monte Adone.
I boschi subito si fanno sentire, l'aderenza è poca e la pendenza è importante. Cerchiamo di tenere botta e proseguiamo, alternando corsa a camminata, fino ad arrivare a Badolo.

Oramai siamo quasi arrivati, manca solo lo strappo peggiore, la salita a Monte Adone che, come sempre, fa penare e soffrire (soprattutto oggi, arrivati con più di 25 km  nelle gambe) ma ricompensa ampiamente una volta arrivati alla croce con il bellissimo panorama.





Ultimo tratto di discesa con qualche goccia di pioggia ed eccoci a Brento, dove Mariagrazia ci è venuta a recuperare per riportarci alle nostre case.

Considerazioni finali : uscita piuttosto impegnativa, sia come dislivelli che come lunghezza (circa 30km e 1100 D+), il fango ha aggiunto come sempre un livello di difficoltà in più. Il percorso non annoia mai, a parte qualche tratto di asfalto tra parco Talon e Sasso Marconi e, una volta arrivati nel bosco, offre sempre una veduta ampia e rasserenante delle vallate circostanti.
Splendida uscita, fatta in compagnia ha ancora più gusto, e la fatica, anche se assolutamente presente, si sente meno quando si è assieme a dei veri cinghiali come Piero :)




Avanti tutta, arriva la Ultrabericus!! :P




mercoledì 6 marzo 2013

Salomon Advanced Skin S-Lab 12

Questo post è tutto per lui, che oramai è diventato il mio fedele compagno nelle uscite più lunghe e più dure!

L'ho trovato per miracolo su internet e, sinceramente, mi aspettavo uno zaino da alternare al mio fedele Olmo 20 lt. 
Mi sono reso conto che il concetto che avevo di zaino era riduttivo.
Per carità, sono molto affezionato al mio 20Lt della Raidlight, ma qui siamo su di un altro pianeta.

Innanzitutto la vestibilità è veramente incredibile, il sistema di chiusura ad elastici sul petto elimina la fastidiosa cinghia in vita, fissando in maniera impeccabile lo zaino alla schiena.
Non c'è verso di farlo muovere, salti, rami, ruzzoloni, nulla lo scompone. Lui rimane sempre li, senza la minima oscillazione indesiderata.
Altro punto di forza è la versatilità dello zaino. Lo scomparto principale suddiviso in due macro aree, lo scomparto esterno raggiungibile con una comoda zip, le due tasche laterali con la zip, le due tasche laterali senza zip raggiungibili facilmente senza togliersi lo zaino, i due portaborracce/portaoggetti anteriori, 3 taschini portaoggetti/portagel, 1 tasca con velcro e zip di chiusura, un tasca nella zona schiena e il porta camel-bag, lo rendono semplicemente A-MISURA-DI-RUNNER.
Portarsi in giro gel, barrette, cellulare, macchina fotografica, mappe, guanti, frontale, ecc. ora non è più un problema. Ho sempre fatto fatica a gestire le cose con altri zaini, qualcosa risultava comunque troppo scomodo. 
Con questo zaino mi sembra sempre di aver dello spazio a disposizione, c'è sempre posto per tutto.
Particolari come l'ottima qualità e la praticità del camel bag, il telo di sopravvivenza ed il fischietto già inclusi, il tubicino che porta l'acqua rivestito contro il freddo, la qualità dei tessuti, sono solo dei particolari che rendono la vittoria di questo zaino sulla concorrenza ancora più netta.

Ad una prima occhiata potrebbe forse sembrare un tantino caro ma, appena indossato ci si accorge di aver fatto un affare stratosferico!

Uno zaino per trail runner fatto da trail runner. I fondo con modelli simili ci corre gente tipo Kilian :P

Voto : 10 e lode!