lunedì 17 novembre 2014

This is not reality

Quella sera sarebbe successo ancora.
Ancor prima di partire, mentre allacciavo le scarpe e accendevo l'mp3, sentivo che quel vento umido avrebbe portato con se qualcosa di particolare.

Pochi metri di pianura quindi salita, presto l'erba lasciava spazio ad una sottile lingua di terreno.  Il vento si faceva sempre più forte, i tuoni iniziavano a sovrastare la musica.
Procedevo verso il crinale, mentre lo sguardo incontrava brandelli di nuvole nere trascinate dal vento che, nascoste nel loro grembo, portavano le prime gocce sferzanti di pioggia.
Cadevano come frammenti invisibili di diamanti, polvere di cielo negli occhi.
I lampi si facevano più nitidi, i tuoni sempre più vicini e fragorosi.

Tornavo a quando ero bambino. Quando contavo il tempo che trascorreva tra il bagliore ed il boato. Come se  interpretare un evento, potesse riuscire a farci diventare parte attiva dello stesso.

Intorno a me esplodevano le nuvole, fondendosi con il crinale, allagando tutto quello che la vista cercava di catturare.
Grigio, uniforme, come una opprimente lastra di ghiaccio.

L'acqua, sospinta dal vento, si fondeva con la maglia, premendo sul petto tanto da farmi mancare il fiato.
Era ovunque, sembrava fosse riuscita a penetrarmi anche sotto la pelle, nei polmoni, nella mente.
Non smettevo di correre, non volevo alterare quel momento.

Mentre il mondo ricominciava a prendere i suoi colori, mi accorgevo che se ne stava li, di fronte a me.
Quella che dapprima era una figura stemperata dalla nebbia che si fondeva con le prime ombre del tramonto, una volta avvicinatomi di qualche passo, si mostrava in tutta la sua bellezza.
Non riuscivo ad andare oltre. Le gambe si rifiutavano di procedere. Trattenevo il respiro, cercando invano di amplificare i sensi.
La figura era li, a pochi passi da me. Maestosa, inarrivabile, i muscoli forgiati da sentieri nascosti agli occhi dei mortali. Sintesi estrema di purezza, vitalità e grazia.

"Dovresti cercare la felicità dentro ogni singolo istante" Parlava attraverso il vento.

Provavo a fare qualche passo in avanti, stregato dal desiderio viscerale di raggiungere quella creatura. Lei mi scrutava nel profondo, con quegli occhi cupi, e letta questa mia sciocca ambizione, tornava da dove era arrivata.

Assieme ad una debole pioggerella, scorreva via anche il tempo, in quei pochi istanti, tutto sembrava aver trattenuto il respiro.
Riprendevo a correre, cercando di fare poco rumore, di non rovinare la sacralità di quell'incontro, quando la mente veniva rapita d'improvviso dalle parole che mi risuonavano dentro :

"Everything is immaterial .. and you know that reality is immaterial ..."

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