giovedì 16 febbraio 2012

Ciaspalonga delle Marmarole - La gara

Con qualche giorno di ritardo ecco il resoconto dell'acefalata dello scorso weekend!



Racconto completo qui sotto



Partiamo da Bologna con i primi fiocchi di neve, ci lasciamo alle spalle un paesaggio siberiano per andare verso il Cadore, dove ci aspetta solo qualche cm di neve e una nuova impresa/follia da affrontare. La Ciaspalonga.
Sono abbastanza agitato ed impaurito da questi 44 km circa con 1800 metri di dislivello positivo, anche il gatto la pensa come me, durante il viaggio continua a miagolare e a far macello in macchina, non c'è verso di farlo stare tranquillo.
Arrivo in albergo, butto giù i bagagli e arrivo al ritiro dei pettorali con qualche minuto di ritardo sull'inizio del briefing.
Mi fermo un attimo ad ascoltare le parole degli organizzatori e focalizzo meglio i termini della MINCHIATA che mi sto apprestando a fare.
Per fortuna non sarò da solo, anche Marco, Roberta e Giovanna saranno ai blocchi di partenza domattina.. sono veramente degli Ironman in tutti i sensi.. non li spaventa nulla!
Cena in ristorante e breve dormita, alle 3.45 suona la sveglia, tutti a fare colazione. Il mio umore è migliorato rispetto alla sera precedente, il mio obiettivo sarà arrivare in fondo, sopravvivendo al gelo, incurante del tempo che ci metterò.
Alle 4 circa siamo in piazza, attendiamo l'autobus che ci porterà ad Auronzo di Cadore, dove alle 6 siamo tutti li.. circa 60 sui più di 100 iscritti, che attendiamo il colpo di pistola dello sterter.
VIA!
Si inizia alla luce delle frontali ed un abbigliamento super pesante, sta nevicando e la temperatura è già sotto lo zero. La neve è piuttosto poca, in alcuni tratti è ghiaccio e le ciaspole fanno le scintille!!
La strada inizia a salire ed io decido di abbandonare i miei amici, conservando un pò di energie per il tratto in altura, dove di sicuro farà molto freddo e non ci potranno essere crisi.
Si sale dalla Val da Rin e poi dalla Val di Porse su di una strada asfaltata inizialmente poco innevata e successivamente per una larga strada che si inerpica senza mai esagerare con la pendenza, fino al Rifugio Ciareido, dopo 1000 metri di dislivello positivo. Fa molto freddo, le borracce mi si sono ghiacciate, una riesco a svitarla per prendere il the caldo, l'altra non si aprirà per tutta la gara.
Riparto, verso il rifugio Baion, la nevicata diventa sempre più intensa, in corrispondenza del rifugio diventa praticamente una tormenta, ci diranno che le temperature scendono oltre i 20 gradi sotto lo zero.
Non mi fermo al rifugio, tiro dritto in mezzo al vento, desideroso di affrontare la discesa.
Purtroppo il tratto ondulato che segue il rifugio è tutto in mezza costa, dove non sempre è facile procedere in maniera fluida, la camminata è frammentata e resa difficile dal fondo e dalle intemperie, sicuramente il pezzo più tosto della gara.
Finalmente passa anche questo tratto e si arriva alla Cresta d'Aieron, dove dopo un the corroborante si scende a valle con una discesa corribile, se non fosse per le vesciche che iniziano a formarsi a causa delle calze bagnate.
Arrivo alla Chiesetta del Caravaggio, 23° km, dove vengo colto da atroci dubbi, ma sarà la scelta giusta proseguire? Sono stanco, raffreddato, ancora una ventina di chilometri da percorrere... mi chiedo "ma chi me lo fa fare?" ma lentamente procedo, camminando, cercando di trovare la decisine giusta.
Inizia la dolce salita verso la capanna degli alpini, da dove passammo anche con la LUT, lungo questa salita trovo la persona che mi convince ad andare avanti, assieme alla mia testa dura.
Furlan Fabrice, con lui ho fatto gli ultimi chilometri, ci siamo sostenuti fino alla fine, salendo verso la Capanna degli Alpini con i suoi +500mt di dislivello e scendendo poi verso Pozzale di Cadore e quella che doveva essere l'ultima salita, peccato solo per tutti gli strappi e il tratto finale interminabile di falsopiano... che ci aspettavamo invece essere una discesa!
Abbiamo parlato di tutto, dalla corsa alla vita privata e al vero SPIRITO TRAIL! E' stato veramente un bell'angolo di sport, alla faccia degli agonisti puri :P
L'arrivo a Pieve è stato splendido, taglio il traguardo con Fabrice e trovo al di la del traguardo Mariagrazia, Giovanna e Marco che mi stavano aspettando. Veramente un bel momento, direi proprio il più bello di tutta la gara.
Ce l'avevo fatta, ero arrivato in fondo, con un tempo superiore alle 9 ore (9 ore e dieci), ma ero arrivato in fondo, ce l'avevo fatta, avevo sconfitto anche il freddo più pesante che mi era mai capitato di incontrare!
Con me porto il ricordo di alcuni scorci, massi enormi sui quali crescevano pini solitari e cascate ghiacciate nella discesa di metà percorso, oltre a tutti i discorsi, i consigli e le paure condivise con le persone che erano li con me.
La gara è stata veramente intensa, ma mi ha insegnato tanto, ad andare oltre i miei limiti e a gestire situazioni difficili oltre a consolidare l'insegnamento più importante, amare e rispettare la montagna!

2 commenti:

  1. Bravo Flavio, bel racconto, si capisce benissimo quanto è stata dura, ora alla prox, ciao

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  2. @grazie mille del commento! alla prossima :) ! Ciaoo

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