martedì 24 aprile 2012

Elba Trail 2012 - Il racconto

L'Elba Trail è stato il percorso che ha congiunto due immagini, il sole che disegnava un'alba silenziosa all'orizzonte e la piazza illuminata dal sole del pomeriggio, abbandonate le scarpe e lo zaino sulla spiaggia, alla fine della corsa.

Un ringraziamento a tutti gli amici che hanno corso questa gara con me : Gio, Jack, Roberta e Maria (in ordine di piazzamento) e alle Persone che mi sono state sempre vicino (Mt ed Hari).
E' stata durissima,  qui sotto il profilo che il mio GPS ha registrato, prima di ingrippare l'ultimo intervallo di traccia (da li in poi era quasi tutta discesa fino a quota zero). Ma è stata un'esperienza veramente unica!

E per chi volesse farsi del male.... ancora più sotto il racconto completo!!!




Dopo una notte movimentata dal gatto in preda ad attacchi di follia (culminati alle ore 01:50 con l'apertura del frigorifero a suon di zampate), ecco che verso le 6 mi metto in cammino verso la partenza, dove gli altri mi aspettano, già pronti per il via.
Quattro chiacchiere, quattro "dubbi della partenza" e poi via, si parte per affrontare questo Elba Trail.
Il minuto di silenzio iniziale associato all'alba danno un colore particolare alla partenza, ma subito la salita fa prendere confidenza con la gara. Roberta detta il ritmo, in salita lei Jack e la Gio vanno su come dei siluri.
Io cerco di tenere botta, ma le pulsazioni un pò alte e l'affanno imminente mi fanno tirare un attimo i remi in barca, a Marciana mi hanno già staccato.
Un attimo di fiato al ristoro e si riprende, lasciando l'abitato di Marciana per salire verso la Madonna del Monte. Molto bella la salita, lungo la via crucis che porta alla piccola chiesetta, riesco a trovare un attimo di equilibrio psicofisico ed il passo giusto, una piccola discesa ed una breve salita mi portano sulla discesa verso Pomonte.
Non c'è un sentiero corribile senza preoccupazione, bisogna sempre stare attenti a dove si mettono i piedi, radici, sassi e gradoni sono sempre in agguato, soprattutto quando sono umidi.
In queste condizioni però mi esalto, alla fine le gambe vanno bene e anche se un pò con il freno tirato riesco a recuperare delle posizioni e quando da lontano vedo i 3 companeros mi si riempie il cuore di felicità.
Li raggiungo in breve tempo, li saluto e li sorpasso con una manovra folle, letteralmente volando sopra di un sasso ricoperto di arbusti. Conto su di un loro recupero in salita.
Arrivo in fondo alla discesa e faccio il pieno al ristoro, poi riparto con in testa il tratto attrezzato per l'ascesa al monte Capanne che mi aspetta da li ad una quindicina di chilometri. Recupero un papavero portafortuna alla base della salita, lo porterò nello zaino fino alla fine. E parto gagliardo lungo le prime curve della salita.
In realtà faccio i conti quasi subito con la fatica, la salita è veramente massacrante e si fa fatica anche solo a camminare, arrivo provato ai diversi caprili, dove inizia un saliscendi corribile, ma la fatica si fa sentire alla grande. La salita verso il Masso alla Quata fa il resto, mi ricorda l'ascesa al Chiggiato incontrata alla Lavaredo Ultra Trail, costante e massacrante. Appena oltre il tratto più duro vedo sbucare alle mie spalle la Gio, che sulla salita si è staccata da Roby e Jack che stanno procedendo senza forzare, venendomi a raggiungere! Sembra partita 10 minuti prima, fresca come una rosa mi sprona a correre nei tratti di pianura e falsopiano, fino a che le consiglio di procedere con il suo passo e la vedo allontanarsi all'orizzonte. Ci incrociamo un attimo al ristoro successivo, per raggiungerlo dobbiamo fare una bella picchiata in discesa e poi rifarla in senso inverso, una salita da voltastomaco, visto anche la quantità industriale di liquiidi e soliti assunti al ristoro, ottimamente presieduto dallle persone dell'organizzazione della gara.
Si procede verso la temuta ascesa del capanne, ma ecco che arriva la ciliegina sulla torta, sbaglio clamorosamente un bivio (anche altri hanno subito la stessa sorte) e mi infilo su di una bella salita "inutile" nei pressi del Monte Maolo, fiaccandomi ancora di più le gambe con un centinaio di metri di D+ aggiuntivi, rifatti anche in discesa (una volta che non vedevo salire dietro di me le persone che intravedevo avvicinarsi all'orizzonte).
Torno indietro e mi rimetto sul sentiero corretto, più felice dell'essere sulla strada giusta che incazzato per aver sbagliato bivio. Ed ecco che dopo un tratto di corsa intravedo all'orizzonte due figure conosciute, Jack e la Roby! Jack in seguito ad una storta ha difficoltà in discesa, la Roby sta assieme a lui con le gambe fiaccate dalla fatica. Sto con loro fino alla base del tratto attrezzato. Un ascesa in cielo con una pendenza smisurata. In salita si vede il loro "motore" migliore e mi staccano, ho i muscoli a pezzi e devo fermarmi almeno 4 volte, è un vero e proprio tratto da skyrace, con tanto di corda e punti in cui ci si aiuta con le mani.
Il panorama è veramente incredibile da lassù, ma la stanchezza è troppa, ho paura di non riuscire più a muovermi.. e mi rimetto subito lungo una discesa veramente tecnica, dove a tratti preferisco camminare per non lasciarci le ossa.
Raggiungo e sorpasso Jack e Roby e proseguo da solo lungo la discesa, che ci riporta a Marciana e poi, dopo una breve salitella, ancora in discesa verso Marciana Marina e la partenza, dove finalmente, ritrovo Mt che mi aspetta assieme a Gio, Robetro e Pablo.
Una gran bella gara e dei paesaggi molto particolari, a volte anche aspri, con il mare sempre sullo sfondo, un vero spettacolo, per fortuna non faceva troppo caldo, sarebbe stata un ecatombe.. e per fortuna non ha piovuto molto, solo qualche goccia, altrimenti sarebbe stata la fiera delle ossa rotte!
Alla fine 88° in classifica generale, 7 ore e 42 il tempo ... per la prima volta nel primo terzo di classifica, iper contento!

1 commento:

  1. grandissimo Flavio! ottima prestazione........."non esistono percorsi difficili esistono solo uomini più o meno arrendevoli".
    un saluto
    massimiliano pagni (Brio)

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