Forse durerà poche ore, ma potrò dire di averla vissuta intensamente.
Questa prima serata primaverile, con 16 gradi e sole che illuminava la valle dell'Idice, era un vero invito a nozze per un trail runner scriteriato come il sottoscritto.
Dopo la Ultrabericus di sabato scorso, il riposo domenicale ed un uscita con le gambe di ghisa effettuata ieri sera (più stretching che corsa), ecco che stasera ho rimesso le scarpe seriamente.
Sentivo le gambe abbastanza in palla, doloranti ma toniche, e ho deciso di ripercorrere il giro da 11 km che passa oltre l'Idice e va sul crinale di Gaibola.
Sensazioni positive, specie in salita. Tanto fango e tanta acqua in tutti i fiumi e nei piccoli corsi d'acqua del bosco, mai vista una cosa simile.
Sorpassata la prima salita ecco che vedo due cerbiatti che saltano nel prato, 50 metri avanti a me, sulla mia destra. Capisco che vogliono attraversarmi il sentiero e, preso da follia podistica, inizio ad incrementare il ritmo, arrivando quasi all'altezza del secondo animale, me lo vedo balzare davanti con una leggiadria da cineteca, per poi perdersi nel sottobosco.
Riprendo, estasiato da questo incontro, arrivo sul crinale, godendo della spinta delle gambe che, anche se affaticate, lavorano molto bene sul terreno del parco dei gessi.
Imbocco la discesa dei pavoni, che trae il nome dai numerosi pavoni presenti in un giardino costeggiato dalla strada, e mi accorgo che i pavoni sono in mezzo alla stradina stessa :)
Rallento con rispetto fino a sorpassarli, prima di imbattermi in un coniglio/lepre, che impaurito scappa da me, andando però nella mia stessa direzione, il simpatico inseguimento dura circa 400 metri. Poi lui si ferma e io lo sorpasso ridendomela.
Ultimo strappetto di salita e mi vedo un gruppo di 5 cerbiatti più avanti sulla destra, cerco di fermarmi per non fare rumore ed avvicinarmi per vederli meglio, ma mi notano subito e se ne vanno correndo in mezzo al prato verde, mentre il sole tramonta alle loro spalle.
L'ultima discesa è resa iper tecnica dall'acqua, faccio metri e metri con i piedi che cercano di fare attrito su una superficie che sembra ghiaccio, sembra di scendere su un ghiaione dolomitico.
Termino la discesa e mi chiedo come ho fatto a stare in piedi ... mi godo questo stato di grazia e vado verso casa dando fondo, con giudizio, alle energie.
Avanti tuttaaaa, un'uscita spettacolare!
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