domenica 21 dicembre 2014

Abnegazione

Cammino nel buio, gli occhi ancora semichiusi che cercano di intuire la posizione del gatto, seguendo le quattro macchie bianche che danzano nell'oscurità.
Oltre i vetri la notte la fa da padrone, non riesco nemmeno a capire se sta piovendo oppure no, poco importa.
Una volta in piedi tutto è più semplice, meccanicamente mi preparo, pronto a sentire il freddo sulla pelle, pronto a sentire il profumo dei sentieri bagnati.

Qualcosa attira la mia attenzione, una luce rosa che illumina la stanza e si diffonde nei miei pensieri. Mi fermo un attimo a guardare.
Trattengo il fiato per non svegliarla e mi avvicino piano, sembra quasi non respirare, attendo un paio di secondi, sufficienti per farmi crescere dentro una sensazione di incomprensibile angoscia.
Ecco, respira.
Ora l'ansia lascia spazio ad un senso di serenità che proviene da un'altra dimensione, la sua dimensione. Sdraiata con le braccia aperte, muove appena le labbra, forse starà sognando.
"Dovrei forse stare qui a guardarla?" Ci penso sopra, mi sento un pò stupido, alle 6 di mattina già in pantaloncini corti, con in testa il programma dell'allenamento mattutino, mentre quella creatura veleggia fragilmente nel mondo dei sogni.
Per un attimo vengo travolto dal desiderio di coccolarla.
I pensieri passano veloci, come la luce che inizia ad intravedersi pallida all'orizzonte.
Sorrido. Prendo le scarpe e saluto Monica.

Il freddo fuori non è così pungente, ma sarà meglio iniziare a correre subito.
Qualche metro d'asfalto e poi si atterra sul sentiero reso pesante dalla pioggia.
Lascio indietro la civiltà, le sue luci artefatte. Accendo la frontale, un bagliore nella notte e poi buio, la luce si spegne.
Questa mattina doveva andare così, non rallento il passo, conosco bene questo sentiero, non mi serve vederlo, appeso al nulla, corro sospeso.
Sotto i piedi sento il terreno, dalla destra arriva il rumore del torrente.
Andrò avanti, devo dare il buongiorno all'alba.



sabato 6 dicembre 2014

Luci d'autunno



Sono passate diverse stagioni da quando ho iniziato a correre sui sentieri.
Ho percorso molti chilometri, in diversi luoghi, uno più bello dell'altro. Dolomiti, Appennini, Monte Bianco, sono le prime località che mi vengono in mente.
Sarà il periodo di riposo forzato, o queste belle giornate di sole autunnale, che io adoro, ma in questo momento non vedo l'ora di tornare sulla collina di fronte a casa mia.

Correre in un luogo non è come viverci, è qualcosa di più, è condividere la tua passione con ciò che ti circonda, accettandone le regole.

Avrò percorso centinaia di volte quella salita, ma non la ricordo mai uguale.
Ogni giorno un differente paesaggio, l'incontro con animali selvatici, i pomeriggi assolati, i fulmini, la pioggia, le albe ed i tramonti.
E così via di mese in mese, con la successione inesorabile delle stagioni. La polvere, la neve, il fango, la rugiada che ti entra nelle vene.
E poi di anno in anno, con i sentieri che cambiano, si spostano, seguendo i movimenti della terra, le piste degli animali.

Tutto questo mutare si associa alle emozioni che mi porto dentro di volta in volta, rendendo unica ed inimitabile ogni singola salita.
Adesso vorrei essere lì, con il fiato corto, a stringere i denti per oltrepassare il tratto più duro e poi far girare le gambe urlanti nell'ultimo tratto, meno impegnativo, anticamera del crinale.


lunedì 17 novembre 2014

This is not reality

Quella sera sarebbe successo ancora.
Ancor prima di partire, mentre allacciavo le scarpe e accendevo l'mp3, sentivo che quel vento umido avrebbe portato con se qualcosa di particolare.

Pochi metri di pianura quindi salita, presto l'erba lasciava spazio ad una sottile lingua di terreno.  Il vento si faceva sempre più forte, i tuoni iniziavano a sovrastare la musica.
Procedevo verso il crinale, mentre lo sguardo incontrava brandelli di nuvole nere trascinate dal vento che, nascoste nel loro grembo, portavano le prime gocce sferzanti di pioggia.
Cadevano come frammenti invisibili di diamanti, polvere di cielo negli occhi.
I lampi si facevano più nitidi, i tuoni sempre più vicini e fragorosi.

Tornavo a quando ero bambino. Quando contavo il tempo che trascorreva tra il bagliore ed il boato. Come se  interpretare un evento, potesse riuscire a farci diventare parte attiva dello stesso.

Intorno a me esplodevano le nuvole, fondendosi con il crinale, allagando tutto quello che la vista cercava di catturare.
Grigio, uniforme, come una opprimente lastra di ghiaccio.

L'acqua, sospinta dal vento, si fondeva con la maglia, premendo sul petto tanto da farmi mancare il fiato.
Era ovunque, sembrava fosse riuscita a penetrarmi anche sotto la pelle, nei polmoni, nella mente.
Non smettevo di correre, non volevo alterare quel momento.

Mentre il mondo ricominciava a prendere i suoi colori, mi accorgevo che se ne stava li, di fronte a me.
Quella che dapprima era una figura stemperata dalla nebbia che si fondeva con le prime ombre del tramonto, una volta avvicinatomi di qualche passo, si mostrava in tutta la sua bellezza.
Non riuscivo ad andare oltre. Le gambe si rifiutavano di procedere. Trattenevo il respiro, cercando invano di amplificare i sensi.
La figura era li, a pochi passi da me. Maestosa, inarrivabile, i muscoli forgiati da sentieri nascosti agli occhi dei mortali. Sintesi estrema di purezza, vitalità e grazia.

"Dovresti cercare la felicità dentro ogni singolo istante" Parlava attraverso il vento.

Provavo a fare qualche passo in avanti, stregato dal desiderio viscerale di raggiungere quella creatura. Lei mi scrutava nel profondo, con quegli occhi cupi, e letta questa mia sciocca ambizione, tornava da dove era arrivata.

Assieme ad una debole pioggerella, scorreva via anche il tempo, in quei pochi istanti, tutto sembrava aver trattenuto il respiro.
Riprendevo a correre, cercando di fare poco rumore, di non rovinare la sacralità di quell'incontro, quando la mente veniva rapita d'improvviso dalle parole che mi risuonavano dentro :

"Everything is immaterial .. and you know that reality is immaterial ..."

martedì 11 novembre 2014

Le cose belle non chiedono attenzione

Himalaya. Un posto qualunque tra i 4000 e i 6500 metri. Sean ha una macchina fotografica  appoggiata su di un trespolo, con un mastodontico teleobiettivo.
Al suo fianco Walter, piccolo nella bufera di neve, passeggero inconsapevole di un viaggio che si chiama vita.
Nell'obiettivo lui, il Leopardo delle Nevi, il fantasma, l'animale che non si fa mai vedere. Sean non scatta. Walter si interroga, non capisce.
"Certe volte non scatto, se mi piace il momento, piace a me, a me soltanto, non amo avere la distrazione dell'obiettivo, voglio solo restarci. Dentro. Qui e ora."
La scena, malamente illustrata dal sottoscritto, è estratta dal film "I sogni segreti di Walter Mitty".
L'ho scelta per raccontare questo periodo di silenzio, dove non ho scritto, non ho pubblicato foto.
Quasi sei mesi, senza fermare con le parole il vissuto. Sei mesi in cui ho solo voluto vivere il momento.
... Come direbbe Sean ...  Le cose belle non chiedono attenzione.

martedì 6 maggio 2014

La "mia" Via degli Dei

E' passato oramai un mese. Un mese in cui questa avventura ha avuto modo di sedimentare nella memoria e nell'animo.

Un mese fa arrivavamo in una Piazza della Signoria dove, tra molti sguardi indifferenti, si concludeva in maniera trionfale il mio sogno.

Da Bologna a Firenze, lungo la Via degli Dei, in meno di 24 ore. Tutta d'un fiato.

Potrei annoiare tutti con dei numeri, con il racconto di ogni salita e di ogni discesa. Ma non lo trovo significativo.

L'album fotografico virtuale di questa Via degli Dei conterrebbe la partenza, il fango sulla pelle, le pozzanghere dove mi potevo lavare, il freddo pungente dell'acqua e del vento sulla pelle, i vestiti bagnati, il mal di gambe, Mia che rincorreva un capriolo, l'arcobaleno all'orizzonte, il tramonto su Firenze, tutti i panorami dell'appennino e tutti i volti di chi c'era ed infine, l'arrivo in Piazza della Signoria.

Quello che mi è rimasto dentro, dopo queste 22 ore passate sul sentiero, non è tanto la fatica, nemmeno il gusto dell'aver vinto una sfida con me stesso e neanche la felicità per aver vissuto una esperienza così forte a contatto con la natura.

Certo, questi elementi ci sono tutti, ma in secondo piano. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la passione che le persone hanno infuso nell'impresa.

Sono rimasto piacevolmente sorpreso da ogni loro sorriso, ogni incoraggiamento, ogni goccia di sudore, ogni parola.
Sono sempre più convinto che se sono arrivato in fondo lo devo a loro. Se siamo arrivati in fondo è stato merito loro.

Quegli angeli che mi hanno accompagnato da prima dell'inizio a dopo la fine, ognuno con le proprie peculiarità, costituendo un gruppo fantasticamente affiatato, hanno messo le ali ad un'idea che altrimenti non avrebbe mai preso il volo.

Scrivere i nomi di tutti risulterebbe stucchevole e, con la mia mente bacata, correrei il rischio di dimenticare qualcuno.

A quelli che hanno riservato un pensiero vero, hanno dedicato un augurio sincero, sono stati al mio fianco nella concretizzazione di questo sogno, hanno guidato macchine ed allestito ristori, percorso sentieri bagnati e pesanti, attraversato la nebbia, sfidato il vento, gioito con me in Piazza della Signoria, a loro va la mia gratitudine più pura.

Avete avverato un desiderio, novelli Aladino in un'epoca dove sognare non va più di moda.

Siete voi la "mia" Via degli Dei. Grazie.


venerdì 4 aprile 2014

#sufferbetter: 120 km in 24 ore sulla Via degli Dei, ecco il trail running firmato Patagonia



120 km e circa 3.500 metri di dislivello da consumare in 24 ore, attraversando l'appennino tosco- emiliano. Flavio Alfieri, classe 1975, trail runner nato a Varese, ma bolognese d’adozione, partirà nella notte tra il 4 e il 5 aprile per questa 24 ore a caccia di un tempo da record (normalmente sono previsti 5 giorni di camminata per effettuare tutto il tragitto), attrezzato con uno speciale equipaggiamento che lo aiuterà a stringere i denti e continuare a correre: grazie alla collaborazione con lo store Patagonia di Bologna, Flavio vestirà alcuni capi della collezione Trail Running del brand californiano d’abbigliamento outdoor, realizzata appositamente per una protezione di lungo raggio da capo a piedi, a cui si ispira la campagna questa primavera #sufferbetter, e che garantisce agli amanti della corsa comfort, sostegno e massima performance anche dopo 100 km, in qualsiasi condizione climatica.

Alfieri, che ha all’attivo numerose gare tra cui la Lavaredo Ultra Trail e la CCC ( Courmayeur- Champex-Chamonix) e prepara l’impresa sull'appennino tosco-emiliano già dal 2009, partirà allo scoccare della mezzanotte che divide il 4 dal 5 di Aprile, da Piazza Maggiore, ai piedi del Nettuno (il Gigante), poco lontano dal negozio del brand californiano.

Sviluppata in collaborazione con i migliori trail runner del mondo, la collezione di Patagonia, disponibile allo store in Via Urbana 1/b (angolo via D’Azeglio) comprende abbigliamento e calzature specifiche, ecologiche e performanti, dedicate ai sempre più numerosi amanti della corsa outdoor. Inoltre il 58% della collezione trail running è realizzata in fibre ecologiche, con materiali rispettosi dell’ambiente.

I 120 km del percorso ricalcano la vecchia Flaminia Militare, creata nel 187 a.C. per collegare in maniera diretta le città di Bologna e Firenze, attraverso quello che può sembrare un "ponte" appenninico tra le due città. Le località lambite dal sentiero, Monte Adone, Monzuno (Mons Junonis), Monte Venere, Monte Luario (Dea Lua), diedero il nome "Via degli Dei" al percorso. Ancora oggi è possibile calpestare dei tratti dell'originale selciato romano che un tempo ricopriva tutta la strada.

“Il risultato più grande, in ogni corsa, è quello di arrivare in fondo e di godersi ogni attimo, ogni panorama che il sentiero consente di assaporare” assicura Alfieri. Panorama che non mancherà dal punto più alto del percorso, le Banditacce 1202 m.s.l.m., dal quale il trail runner scenderà verso il Passo della Futa abbandonando il territorio emiliano. Le amabili colline toscane lo condurranno prima a San Piero a Sieve e poi, scavalcando il Monte Senario e il Poggio Pratone, a Fiesole. Da lì, solo la discesa lo separerà da Piazza della Signoria e dal suo Nettuno.

Sarà possibile seguire l’impresa su Facebook sulla pagina della 24 ore degli Dei, https://www.facebook.com/La24OreDegliDei , su quella personale di Flavio Alfieri https://www.facebook.com/flavio.alfieri e sul suo Blog - http://flavioultra.blogspot.it

Per maggiori informazioni e per scoprire tutti i capi della linea Patagonia Trail Running, lo Store Bologna, in Via Urbana 1 b, è aperto dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13.30 e dalle 15 alle 19.30. Tel 051 333565 facebook.com/PatagoniaStoreBologna



mercoledì 2 aprile 2014

Una dedica ...

Tra un paio di giorni arriverà il momento della partenza.

Immagino le luci di Piazza Maggiore, piccole lucciole annegate in un cielo di inizio primavera, gli amici, qualche curioso ... Dentro la voglia di correre, di arrivare in fondo, la voglia di vivere un'esperienza intensa, in simbiosi con la natura.

Non capita spesso di sognare, ancor meno spesso capita di riuscire a realizzare un sogno. Noi ci proveremo. Alcuni correranno, altri supporteranno logisticamente, altri faranno il tifo, altri ancora ci guarderanno con incredulità e sorrideranno al nostro passaggio.

Ma ancora prima di partire, vorrei dedicare questo tentativo ad alcune persone.

Mi piacerebbe dedicarlo a tutti quelli che ancora si prendono il rischio di sognare, di mettere in gioco la propria vita, di cercare di fare un passo oltre, di abbandonare il certo per l'incerto e di trovare la forza per abbandonare la grigia monotonia per lanciarsi a rincorrere i colori dell'arcobaleno.
Dedico questo tentativo a tutti quelli che fanno degli sforzi, piccoli e grandi, per cambiare la propria vita. A quelli che decidono di fare un figlio in questi anni bui, a quelli che combattono contro la malattia, a quelli che si arrischiano a tornare a guidare, a quelli che credono ancora nelle loro passioni, a quelli che ancora riescono ad amare sul serio, a quelli che credono nell'amicizia vera, a quelli che vivono mettendoci tutto il cuore e a tutti quelli che hanno ancora dei valori veri e profondi.

A loro dedico questi miei chilometri che, in assoluto, non vogliono dire nulla, ma che per me saranno la mia Via degli Dei.

venerdì 28 marzo 2014

Tabella di massima tempi - Via degli Dei - 5 Aprile 2014



Via degli Dei - L'avvicinamento

120 km e circa 3.500 metri di dislivello positivo cumulato. Da consumare in 24 ore, attraversando l'appennino tosco-emiliano.
 
Correva l'anno 2009, quando questo nome entrò nella mia testa. Via degli Dei. Un nome altisonante, che riportava indietro nel tempo.
 
Trasferito da poco a Bologna, iniziai a documentarmi sul percorso. Scoprii che il tracciato ricalcava la vecchia Flaminia Militare, creata nel 187 a.C. per collegare in maniera diretta le città di Bologna e Firenze, attraverso quello che può sembrare un "ponte" appenninico tra le due città. Le località lambite dal sentiero, Monte Adone, Monzuno (Mons Junonis), Monte Venere, Monte Luario (Dea Lua), diedero il nome "Via degli Dei" al percorso. Ancora oggi è possibile calpestare dei tratti dell'originale selciato romano che un tempo ricopriva tutta la strada.
 
Ogni informazione che reperivo aumentava in me l'attrazione verso questo percorso che, giorno dopo giorno, iniziava a stregarmi.
 
Iniziai quindi a percorrere alcuni tratti della via camminando, assaporando i paesaggi gentili dell'appennino, condividendo le uscite con alcuni amici.
 
Fu però qualche anno più tardi, nell'autunno del 2013, che mi balenò nella mente l'idea di affrontarla tutta, di corsa, ponendomi come tempo limite il più affascinante dei riferimenti. Un giorno intero, 24 ore. Tenendo conto che le escursioni programmate sul sentiero prevedono 5 giorni di camminata per effettuare tutto il tragitto... c'erano gli elementi basilari per caratterizzare una Sfida impegnativa e stimolante.
 
Quel giorno nacque il progetto, i mesi successivi servirono a renderlo concreto. Allenamenti, pianificazione, organizzazione e logistica. Un gruppo di amici venne contagiato dalla passione e mi aiutò nella preparazione di ogni singolo dettaglio. Rendendo ancora più appassionante la Sfida, facendola diventare una Sfida di squadra.
 
La partenza avverrà allo scoccare della mezzanotte che divide il 4 dal 5 di Aprile, da Piazza Maggiore, ai piedi del Nettuno (il Gigante) . Lasciato il centro di Bologna si salirà verso San Luca, raggiungendo poi il parco Talon attraverso i Bregoli. Costeggiando sulla sponda sinistra il fiume Reno si arriverà ai Prati di Mugnano e da lì, in successione, si attraverseranno Brento, Monzuno e Madonna dei Fornelli.
 
Da Madonna dei Fornelli si salirà verso il punto più alto del percorso, le Banditacce 1202 m.s.l.m., per poi scendere verso il Passo della Futa abbandonando il territorio emiliano. Le amabili colline toscane ci condurranno prima a San Piero a Sieve e poi, scavalcando il Monte Senario e il Poggio Pratone, a Fiesole. Da li, solo la discesa ci separerà da Piazza della Signoria e dal suo Nettuno.
 
Passione ed Ispirazione sono gli elementi fondamentali di questa Sfida, una sfida contro se stessi, in armonia con la natura che ci mette a disposizione fantastici sentieri da correre.

 

venerdì 7 marzo 2014

Via degli dei - Bo-Fi

A meno di un mese dalla mia Sfida, pubblico qui sul blog le tappe di avvicinamento alla Bologna - Firenze.

Domani - Perlustrazione da San Piero a Sieve a Firenze
15/3 - Passo della Futa - Firenze (seconda metà)
Marzo - Esplorazione tratto Talon - Sasso Marconi

e alle 00.00 del 5 di Aprile (salvo maltempo e sfighe varie) proverò a partire da Piazza Maggiore alla  volta di Piazza della Signoria, cercando di completare tutto il percorso in meno di 24 ore, scavalcando l'appennino tosco-emiliano.

L'avventura, iniziata a dicembre dell'anno scorso, ora si sta avvicinando al suo culmine... speriamo in bene :P