Himalaya. Un posto qualunque tra i 4000 e i 6500 metri. Sean ha una macchina fotografica appoggiata su di un trespolo, con un mastodontico teleobiettivo.
Al suo fianco Walter, piccolo nella bufera di neve, passeggero inconsapevole di un viaggio che si chiama vita.
Nell'obiettivo lui, il Leopardo delle Nevi, il fantasma, l'animale che non si fa mai vedere. Sean non scatta. Walter si interroga, non capisce.
"Certe volte non scatto, se mi piace il momento, piace a me, a me soltanto, non amo avere la distrazione dell'obiettivo, voglio solo restarci. Dentro. Qui e ora."
La scena, malamente illustrata dal sottoscritto, è estratta dal film "I sogni segreti di Walter Mitty".
L'ho scelta per raccontare questo periodo di silenzio, dove non ho scritto, non ho pubblicato foto.
Quasi sei mesi, senza fermare con le parole il vissuto. Sei mesi in cui ho solo voluto vivere il momento.
... Come direbbe Sean ... Le cose belle non chiedono attenzione.
Abbiamo condiviso la stessa protezione dell'inconscio, evitando di fermare con le parole il vissuto... (rielaborandolo necessariamente). A volte, questo è fondamentale per sedimentare gli strati più resistenti della nostra essenza di uomini, quelli più liberi da ogni condizionamento.
RispondiEliminaOra è l'ora di condividere nuovamente le esperienze migliori... Che ne dici?
Ciao da Mariano