Delle volte non c'è bisogno di nessun obiettivo materiale da raggiungere, ma si corre per impedire che la nebbia offuschi i pensieri più belli.
Ieri mi sono rimesso sulla solita salita di CdB, lasciando perdere ogni velleità prestazionale, ma concentrandomi su me stesso e sulle sensazioni. A parte incontri con istrici e cerbiatti ho recuperato un pò più di serenità.
Mentre la salita segnava i muscoli pensavo ad altre salite da affrontare, ben più ripide. Salite da affrontare in squadra, assieme a persone che hanno plasmato la mia vita e che mi aiutano tutt'ora a viverla.
Ogni esempio o paragone può sembrare inconsistente, ma in questa gara definiscono il percorso giorno dopo giorno, mostrandoci solo una salita per volta.
Essere in squadra però serve ad aiutarsi, a dettare il ritmo quando si è freschi e a rimanere in coda quando non ce la si fa più, per spronarsi l'un l'altro ad andare avanti.
La prima salita sarà dura, forse la più dura mai affrontata, ma credo che spaventi più la sua immagine vista da lontano piuttosto che ogni singolo sasso che la compone.
Bisognerà avere la pazienza di percorrere il lungo piano per arrivarci, cercando di essere pronti a dare il meglio, senza farsi spaventare dalla maestosità dell'impresa.
Dal canto mio, nella mia pochezza, sarò li ad aiutare, ad incoraggiare, a faticare ogni singolo passo assieme alla squadra, memore di quello che ho imparato alla LUT.
Per arrivare in fondo bisogna essere convinti di se stessi e del perchè si sta facendo quello sforzo, il resto sarà dolore e fatica, il prezzo da pagare per godere del panorama una volta arrivati in cima.
Ciò che più mi conforta è la certezza di affiancare una persona che non mi ha mai deluso e non si è mai tirata indietro di fronte a nulla, un Marco Olmo nella coerenza ed un Bruno Brunod nel resistere alle avversità.
Si arriverà in fondo con successo, ma ci si dovrà credere, tutti assieme.
Io ci credo.
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