Spesso ci chiediamo cosa passa per la testa di un corridore nel corso di uno sforzo che si protrae a lungo, magari per tre, quattro, cinque ore o più ...
Pensiamo a quei momenti liberi passati sul divano senza aver davanti il Grande Fratello sullo schermo a LED da 60 pollici, quanti pensieri, quanti ragionamenti, quante idee che si accavallano una sull'altra.. figuriamoci mentre uno è li su una ciclabile, in un bosco.. ma cosa penserà mai?
La risposta è molto semplice e scontata, mi sembra proprio che il primo pensiero sia LA CORSA.
Non siamo di fronte a persone passive, ma a esseri che sono in continuo ascolto del proprio corpo, il respiro, il cuore, i legamenti, i muscoli, tutte quelle cose che in condizioni normali sono "a riposo" e che invece nella corsa risultano messe a dura prova.
A volte ci si arriva ad interrogare in maniera specifica per essere sicuri di non sottovalutare od ignorare nulla, applicando la propria esperienza ad ogni singolo passo e ad ogni singolo messaggio che arriva dalla struttura fisica.
Inoltre bisogna stare attenti anche al paesaggio, specie nel trail, ogni singolo sasso, pianta, buco, zolla di terra va analizzata e interpretata, in modo da utilizzarla al meglio per la spinta o anche solo per rimanere in equilibrio.
Il tutto inondato da un mare di musica, dove le canzoni sono le più adatte a quel particolare momento e dove anche le note devono andare in armonia con il paesaggio e con le sensazioni che avvolgono il corridore.
A volte si apre uno spiraglio di tranquillità in cui si affaccia qualche finestra di vita, qualche voce dal mondo normale, che probabilmente si è infilata in qualche tasca dello zaino. Mentre si corre è tutto diverso, più ovattato e stemperato, i pensieri veleggiano più in fretta e non si fanno infangare dai problemi, ma li osservano dall'alto e ne delineano meglio e più in fretta i contorni, prima di trovarsi di colpo concentrati a gestire una salita o a saltare da un sasso all'altro in discesa...
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